Storie di Stitichezza

Stamattina l’intestino si è svegliato insieme a voi, o dorme ancora?

“Signora l’alvo come va? Come va in bagno?”

Giunte a questa domanda, il 99% delle mie pazienti fa un lungo, lunghissimo sospiro e afferma: “Stitica. Da sempre”.

Le signore lo prendono come un dato di fatto. Una sorta di condanna a vita. Un’informazione quasi del tutto superflua da comunicare durante la prima visita, perché ormai si sentono rassegnate alla loro condizione di stitichezza cronica mentre l’unico problema significativo diventa la dieta, utile a perdere quei chili che si vedono di troppo.

Pur dovendo capovolgere le convinzioni della maggioranza di chi si rivolge a me per una dieta (me compresa prima di entrare nel campo e specializzarmi sui probiotici), partiamo dal presupposto che qualsiasi dieta, per poter ottenere risultati duraturi nel tempo e soprattutto per far star bene la persona, deve essere associata ad una condizione di intestino sano.

E se vi dicessi che ciò non accade praticamente MAI?

Chi per stitichezza, chi per disbiosi, chi per colon irritabile o diarrea, ogni paziente che si rivolge a me per una dieta ha alla base una situazione intestinale da curare, o quantomeno di cui prendersi cura. Questo è un aspetto a cui tengo particolarmente e che affrontiamo dalla prima visita, senza perdere tempo, con un test e un percorso personalizzato che prevede di adottare specifici integratori, dieta e abitudini di vita.

Torniamo all’argomento del giorno: la stitichezza.

Come si definisce?

La stipsi o stitichezza non è una malattia, ma un sintomo che può insorgere a causa di svariate alterazioni dell’intestino. Quando una persona soffre di stitichezza riferisce di un ritardo o insufficienza nell’evacuazione per almeno 3 mesi, non necessariamente consecutivi.

Quali sono le CAUSE più comuni:

1. Non bevi a sufficienza. Hai mai provato, appena sveglia, a bere un bel bicchiere d’acqua, poi a colazione un kefir, un tazzone di tè e infine un caffettino?

In ogni caso cerca di bere qualcosa di caldo una ventina di minuti prima di andare in bagno e poniti l’obiettivo di bere almeno 2 litri al giorno tra acqua e tisane.

2. Non ti muovi abbastanza. L’attività fisica, infatti, aumenta il tono dei muscoli addominali e facilita la peristalsi. La vita sedentaria, al contrario, va a braccetto con l’indebolimento dei muscoli del pavimento pelvico e con la stitichezza.

3. Non consumi abbastanza fibra. Soprattutto quella insolubile, di origine vegetale, se assunta nell’ordine dei 25-30 g al giorno e accompagnata da un buon apporto idrico (almeno 2 litri) aumenta il volume delle feci facilitandone l’evacuazione.  I vegetali con maggior contenuto di questa preziosa fibra sono i cereali integrali, la crusca, la pellicina della frutta secca, i semi di lino i carciofi, il sedano, i kiwi, le prugne disidratate e i legumi non decorticati.

4. Non mangi abbastanza. Sì, proprio così, hai letto bene! Infatti la stitichezza è una delle prime conseguenze di molte diete drastiche come le oloproteiche o le chetogene, che prevedono il consumo di tanti shaker e pochi alimenti reali. Lo stesso risultato può riscontrarsi nelle molte donne che per anni hanno abituato il proprio corpo a vivere con poco, procurandosi il risultato di abbassare il proprio metabolismo, diventare stitiche e, alle volte, anche un po’ meno felici. Il nostro corpo, dai tempi della Preistoria, interpreta il segnale di poca disponibilità di cibo come se dovesse affrontare un periodo di carestia. Per questo molte donne pur mangiando pochissimo non riescono a dimagrire e la causa della stitichezza sta così nel fatto che nel tratto intestinale di questi soggetti non c’è abbastanza “materiale” per consentire una defecazione regolare e quotidiana.

5. Sei troppo stressata. A questo proposito è fondamentale ritagliarsi del tempo, meglio se sempre alla stessa ora, da dedicare al tuo “momento-bagno”. Anticipa la sveglia di 20 minuti, né più né meno, e non sopprimere mai lo stimolo quando arriva!

Se già ti muovi, mangi fibre e bevi a volontà…

…allora molto probabilmente il tuo problema esiste ma è invisibile: si chiama disbiosi intestinale.

Niente paura, nulla di grave, semplicemente l’aver trascurato la salute del tuo intestino, o più banalmente dei prolungati periodi di stress, possono aver perturbato gli equilibri della tua flora batterica intestinale, risultando nella prevalenza di batteri “cattivi” su quelli “buoni”.

Se questo è il tuo caso, decidi di prenderti cura di te rivolgendoti a un nutrizionista e il problema non sarà più tale. Se ti affiderai a me, pianificheremo insieme un trattamento associato alla dieta e dopo 2 mesi ne valuteremo i risultati. L’integrazione di probiotici e prebiotici agisce favorendo lo sviluppo di una flora intestinale bifidogenica, molto importante nella lotta contro la stitichezza.

I bifidobatteri – o “ batteri buoni” –  che in condizioni fisiologiche prevalgono nella parte terminale del nostro intestino, fermentano la fibra alimentare producendo svariati composti tra cui il Butirrato, una molecola che legando specifici recettori stimola la peristalsi.

Molte donne mascherano il problema della stitichezza con l’uso e l’abuso di lassativi più o meno naturali che risolvono solo all’apparenza il sintomo, ma in realtà rappresentano una fonte di stress per l’organismo.

Un po’ come quando una persona molto stressata spende tantissimo denaro per massaggi rilassanti e gocce calmanti per il sonno. In realtà sta ingannando se stessa e non uscirà da questo circolo vizioso fin quando non avrà avuto il coraggio di affrontare il suo problema alla base dello stress.

Come lo stress, così la stitichezza.

Per questo consiglio alle mie pazienti donne, ma anche agli uomini, di rivolgersi ad un nutrizionista esperto per parlare ed affrontare insieme il proprio problema.

Qualora – previa terapia di probiotici, prebiotici, dieta e corrette abitudini di vita – il disturbo fosse persistente, è consigliabile rivolgersi ad un gastroenterologo. In questi casi potrebbe sussistere un problema patologico come il megacolon tossico, i diverticoli o altre patologie gastroenteriche che necessitano di un approfondimento medico specialistico. Non dobbiamo infatti dimenticare che la stipsi di per sé è soltanto un sintomo che può essere espressione di diverse malattie.

Spero di esservi stata utile,

Grazie per la lettura!

Dott.ssa Rossana Lupo – Biologa Nutrizionista 

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